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«Play is a core approach to learning and to life»

In quanto futura insegnante, desideravo cercare qualcosa di originale, innovativo e utile alla mia formazione per la mia tesi di laurea magistrale. Ho scelto di trattare il tema del gioco LEGO®, un gioco che occupa uno spazio di tutto riguardo tra la molteplicità di giochi e attività per bambini. La motivazione è nata principalmente da un interesse personale per il gioco LEGO® e dalla volontà di legarlo al mio futuro (ormai attuale) di insegnante, con il desiderio di valorizzarlo portandolo nel mondo dell’educazione e dell’insegnamento, cercando di approfondirne le potenzialità educativo-didattiche alla Scuola dell’Infanzia.

Le molteplici e meravigliose esperienze vissute, accademiche ed extra-accademiche, mi hanno permesso di osservare in prima persona come questo gioco possa essere fonte di apprendimento e di conoscenza per il bambino. Da esse ho potuto constatare le caratteristiche principali del gioco LEGO®: è presente nelle case e nelle scuole, è accessibile, dura nel tempo, è semplice da usare ed attrae bambini e adulti. Date queste sue caratteristiche, è possibile inserirlo consapevolmente nella didattica? E, se sì, come? Il gioco LEGO® ha effettivamente un potenziale educativo-didattico già nella prima infanzia? Queste sono le considerazioni che hanno guidato fin dal principio la mia tesi di laurea magistrale.

Il primo passo per intraprendere questo lavoro di tesi è stato ricercare l’eventuale presenza di scuole che proponessero il gioco LEGO® nella didattica e che facessero riferimento ai fondamenti teorici del costruzionismo e della pedagogia del gioco.

La mia ricerca è terminata in Danimarca e, precisamente, nel piccolo paese di Billund, madre patria dei mattoncini più famosi del mondo. Si tratta della International School of Billund (ISB), un modello esemplare di scuola fondata sui principi della pedagogia del gioco. Insomma, una scuola totalmente diversa da quelle “tradizionali” presenti nella mia realtà. Ho iniziato ad informarmi su internet, a consultare il sito ufficiale della scuola, fino a contattare personalmente la segreteria. Ho subito ricevuto risposta e mi è stata data l’opportunità di visitare personalmente la scuola come ospite per un giorno nel mese di febbraio 2019.

Si tratta di una scuola privata aperta ufficialmente nell’ agosto del 2013 grazie alla Fondazione LEGO. La scuola accoglie circa 400 studenti dai 3 ai 16 anni – non solo danesi ma provenienti da tutto il mondo – e comprende quindi 3 gradi di istruzione: Scuola dell’Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria di Primo Grado.

Uno dei capi saldi di questa scuola è il porre lo studente al centro del processo di apprendimento,  prendendone in considerazione lo sviluppo globale e facendo quindi riferimento a un approccio olistico. Un grande punto di forza, a mio parere, perché consente di promuovere l’insegnamento e l’apprendimento partendo dallo studente stesso, dai suoi interessi, dai suoi bisogni, dalle sue difficoltà, dalle sue esperienze. Lo studente non è considerato “frammentario”, bensì un’unità: la dimensione cognitiva non è separata dalle altre come ad esempio quella fisica, emotiva o sociale perché per un apprendimento efficace ogni dimensione va considerata in stretta connessione alle altre.

La caratterista peculiare di questa scuola si identifica nel perseguimento dei principi della pedagogia del gioco, la quale identifica quest’ultimo come importante risorsa educativo-didattica e come promotore dello sviluppo globale dello studente. ISB sceglie il gioco poiché, appartenendo all’esperienza naturale degli allievi, è il modo in cui essi apprendono meglio perché giocando coinvolgono la mente e il corpo per conoscere. L’obiettivo di questa scuola, infatti, è quello di stimolare il desiderio naturale di ogni studente di imparare, proponendo il gioco come punto di partenza dell’educazione e dell’apprendimento. Il gioco è quindi, a tutti gli effetti, un mezzo fondamentale per promuovere lo sviluppo globale del bambino: cognitivo, sociale, affettivo-emotivo-relazionale e fisico.  

Ecco perché il punto di forza di questa scuola è proprio partire dal gioco per generare apprendimento: esso appartiene al desiderio, all’interesse e alla naturale esperienza del bambino, creando così il playful learning (“apprendimento giocoso”, apprendere giocando).

È importante però fare una precisazione in merito al concetto di gioco e, a tal proposito, ripropongo una frase detta dalla signora che ci faceva da guida nella scuola, frase che mi è rimasta impressa:

«It is not just a game, it is an all view; it is not just an activity, it is a mindset».

Secondo l’ideologia di ISB, gioco non significa solo “giocare a un gioco”, non viene considerato solamente come un’attività, bensì come un modo di concepire la scuola, una filosofia e una mentalità condivisa da tutti. Non fa parte solo di alcuni momenti della giornata, ma riguarda il modo in cui si sta bene a scuola, è un background sempre presente.

Di seguito riporto una piccola citazione (tratta da quanto scritto su uno dei pannelli illustrativi presenti all’ingresso della scuola), la quale potrebbe essere, a mio parere, una chiave di lettura per comprendere la pedagogia del gioco e il suo significato concreto nella quotidianità scolastica.

At ISB we believe play is a core approach to learning…and to life. Playful people of all ages are actively engaged and driven by an internal desire to understand and reshape the world. […] At ISB we believe that by creating a culture of playful learning — by consciously introducing elements of choice, wonder and delight into the classroom — we are nurturing the qualities that will carry our students not only to their next educational destinations, but through life. […] They will play, and they will learn. (International School of Billund)

ISB concretizza il binomio gioco-apprendimento proponendo degli indicatori comuni utilizzati nei momenti di programmazione e da intendersi come punto di riferimento per ogni momento della quotidianità scolastica. Gli indicatori si suddividono in 3 ambiti – choice (scelta), wonder (meraviglia) e delight (piacere) – e insieme concorrono alla concretizzazione del playful learning, letteralmente “apprendimento giocoso” (apprendere giocando). Trattandosi di giocare con una proposta educativa di base, gli studenti fanno esperienza di scelta, meraviglia e piacere avendo così l’opportunità di apprendere giocando e di giocare per apprendere.

Tra le risorse che ISB usa per mettere in pratica la pedagogia del gioco ci sono anche i mattoncini LEGO®: essendo presenti in ogni aula della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Primaria, sono parte dell’ambiente di apprendimento. È importante ribadire che i giochi, e quindi anche i mattoncini, sono strumenti funzionali all’educazione e all’insegnamento. Non si tratta soltanto di gioco fine a se stesso, ma gioco integrato all’apprendimento, all’insegnamento e alla quotidianità scolastica.

Per quanto riguarda la Scuola dell’Infanzia, i mattoncini LEGO® sono proposti nella loro forma più base, inizialmente DUPLO® e poi i classici. I bambini vi hanno libero accesso e ci giocano liberamente e spontaneamente, sia individualmente che in gruppo.Inoltre, le insegnanti lo propongono a livello didattico attraverso diverse modalità, tra cui la metodologia Six Bricks.

Six Bricks è uno strumento proposto dalla Fondazione LEGO, definito «a hands-on tool for learning», ovvero uno strumento concreto di manipolazione per l’apprendimento. E’ un materiale minimo, semplice ed accessibile poiché composto da soli 6 mattoncini colorati LEGO DUPLO® 2×4 attraverso i quali si possono fare 25 diverse attività, di diversa complessità. È uno strumento utilizzabile fin dalla Scuola dell’Infanzia poiché promuove abilità fondamentali, quali la memoria, l’attenzione, la creatività, il movimento, il problem-solving, il linguaggio e la collaborazione. Ogni attività ha diverse durate – dai 5 ai 40 minuti circa – e può essere svolta individualmente, in coppia o in piccoli gruppi. Personalmente, credo che i punti di forza di questo materiale siano due: la flessibilità e la semplicità. È uno strumento flessibile perché le attività, seppur strutturate e descritte al dettaglio, si possono adattare all’eterogeneità dei bambini, al setting (tempi e spazi) e al contesto; è uno strumento semplice perché è minimo e difficilmente si potrebbe pensare di poter svolgere con soli 6 mattoncini LEGO® molteplici attività diverse e, così facendo, di poter contribuire allo sviluppo di diverse abilità nel bambino.

Oltre al classico formato “cartaceo” – il quale consiste in una scatola con 6 mattoncini LEGO DUPLO® 2×4 di diversi colori e le schede delle diverse attività – la Fondazione LEGO ha reso pubblica questa metodologia creandone il formato “digitale”. Sul suo website sono presenti tutte le informazioni riguardo a questo strumento innovativo e, in aggiunta, il booklet Six Bricks con tutte le attività è scaricabile in diverse lingue.

Alla Scuola Primaria il gioco LEGO® è un’importante risorsa educativo-didattica e viene integrato nella lezione come parte pratica dell’apprendimento. Ogni bambino in classe ha la sua scatola personale con circa 200 pezzi di tutti i tipi, la quale viene utilizzata durante la lezione come modo alternativo e innovativo per apprendere.

Inoltre, ho potuto osservare in prima persona un esempio reale di utilizzo dei mattoncini LEGO® durante la Unit of Inventions – l’orario scolastico non è tradizionale, ma è caratterizzato da Unit of Inquiry, ovvero unità di ricerca affrontate durante l’intero anno scolastico. Vengono stabilite delle macro tematiche, declinate poi in micro unità in base all’età degli studenti, dal primo anno di Scuola dell’Infanzia all’ultimo di Scuola Primaria – della classe P3 (3a primaria) all’interno del Creator Space (laboratorio adibito a innumerevoli attività). I bambini avevano il compito di realizzare un loro progetto di invenzione in piccoli gruppi, utilizzando i mattoncini LEGO® e i meccanismi base della robotica. Ogni gruppo aveva un tablet, attraverso il quale i bambini potevano comandare il loro prodotto. Tutto poi andava verbalizzato nel Design Cycle, ovvero una sorta di disegno del progetto composto da diversi elementi: il problema iniziale, il brainstorming sulle varie possibilità, la pianificazione del prodotto, la creazione vera e propria ed eventuali possibili miglioramenti. Tutto questo presupponeva abilità metodologiche, cognitive, comunicative e socio-relazionali in una prospettiva di co-costruzione dell’apprendimento. Questo è un esempio che riassume quanto detto precedentemente: si tratta di un’attività completa, basata sui principi della pedagogia del gioco, ricchissima di stimoli e con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo globale del bambino.

Questa è stata, senza dubbio, un’esperienza personale e professionale che mi ha arricchita moltissimo e che si è rivelata fondamentale allo sviluppo del mio lavoro di tesi. Ho potuto osservare una realtà scolastica differente dalla nostra, con diverse modalità didattiche, nuovi spazi e strumenti per insegnare e per apprendere, nuovi concetti e teorie. Camminando tra le aule, i laboratori e i corridoi, si respirava un clima di accoglienza, famigliarità, condivisione e collaborazione. Vedere una scuola in cui il bambino è al centro del processo di apprendimento mi ha riempito il cuore di gioia perché sì, si può fare e funziona. Vedere il gioco LEGO® utilizzato nella didattica è stata una soddisfazione immensa per me perché ho dato risposta alle mie domande iniziali. Osservare i bambini che apprendono giocando mi ha permesso di riflettere molto sulle dinamiche del processo di insegnamento-apprendimento. Questa scuola è l’esempio concreto per comprendere che la pedagogia del gioco potrebbe essere effettivamente un valore aggiunto alla classica didattica tradizionale. C’è sempre da imparare dalle realtà scolastiche come questa.

Colgo l’occasione per ringraziare personalmente la International School of Billund e tutto il personale: grazie per la vostra immensa accoglienza, grazie per avermi dato l’opportunità di visitare la vostra bellissima scuola e per avermi fatto capire, ancora una volta, che giocare fa bene e giocare con i LEGO® ancora di più!

Sara Endrizzi è una neo-insegnante della scuola dell’infanzia che ha affrontato il tema del gioco con i famosi mattoncini colorati in ambito educativo-didattico alla Scuola dell’infanzia come argomento della tesi di Laurea Magistrale.