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“Mi chiamo Woo Young-woo, che sia letto al dritto o al rovescio come kayak, atta, radar, omonomo, esose”. Con questa frase la protagonista della serie tv coreana si presenta a tutte le persone che incontra.

Fin dalla prima puntata Young-Woo ci informa, con grazia e dolcezza, che è autistica. Young-Woo vive da sola con il padre, della madre non abbiamo, inizialmente, notizie. Fino all’età di cinque anni non ha pronunciato nessuna parola: parla per la prima volta ripetendo a memoria un articolo del Codice penale. Così, dopo essersi laureata con il massimo dei voti alla Seul National University, viene assunta per un tirocinio presso uno dei più importanti studi legali di Seul: Hanbada.

Young-Woo mangia solo il gimbap, un particolare sushi in cui si vedono tutti gli ingredienti, in questo modo, afferma, non ci sono sorprese nel sapore in bocca. La protagonista ha un particolare interesse per le balene e per i cetacei in generale, di cui conosce qualsiasi aspetto. Sono proprio le balene il filo conduttore: una balena la protegge quando prende la metropolitana, in qualsiasi momento libero parla di balene con le persone che incontra e infine, quando ha un’illuminazione per risolvere un caso, appare una balena. Nel tragitto da casa allo studio legale indossa le cuffie per non sentire i rumori, per lei fastidiosi, della città. Quando entra in una stanza conta fino a tre perché, ci svela lei stessa in una delle ultime puntate, questa strategia la aiuta ad entrare gradualmente in un nuovo ambiente. L’avvocata non riesce a comprendere i giochi di parole e prende qualsiasi espressione alla lettera: quando il suo superiore le dice di “abbassarsi” nel senso di “mettersi al servizio di”, lei comprende solo il significato letterale del termine e inizia ad abbassarsi con il corpo fino a scomparire dietro al letto dell’ospedale.

Young-Woo, nel suo lavoro, è geniale. La sua capacità di ricordarsi tutte le leggi, le permette spesso di trovare la soluzione legale ai diversi casi che il suo studio affronta suscitando, spesso, l’ammirazione del suo superiore e l’invidia del suo collega. I casi affrontati dal suo studio sono un pretesto per affrontare tematiche sociali complesse: il suicidio, la condizione dei bambini, la violenza e l’abilismo, la protezione del patrimonio e la discriminazione di genere.

Nella serie tv coreana non poteva mancare l’amore. L’assistente dello studio, Lee Jun-ho, è un giovane ragazzo a cui spesso viene chiesto di accompagnare Young-Woo nelle sue diverse avventure. Jun-ho si mostra subito gentile e cordiale, di indole, e in poco tempo si affeziona a Young-Woo fino ad innamorarsene. E’ proprio con Jun-ho che l’avvocata riesce a superare la paura delle porte girevoli che i due ragazzi attraversano a passi di walzer. Young-Woo mostra però delle difficoltà nel comprendere i sentimenti del ragazzo e anche nel riconoscere i propri: fa una lista di attività da svolgere al primo appuntamento tra cui “raccogliere la spazzatura nel parco” e chiede di poter contare i battiti cardiaci così da capire se effettivamente prova qualcosa per l’amico.

Nella serie tv coreana possiamo identificare alcuni elementi già presenti, ad esempio, in The good Doctor come l’interesse particolare e quasi ossessivo per una determinata cosa oppure le immagini, che scorrono veloci quando cerca una legge, fanno pensare alle immagini del corpo umano che Shaun Murphy vede scorrere nella propria mente quando deve fare una diagnosi o operare un paziente.

Young-Woo rappresenta, come avviene anche in The Good Doctor, una persona autistica geniale. Sappiamo bene che l’autismo non è così: una persona autistica non è sempre e per forza geniale e, inoltre, possiamo notare come molti comportamenti sono rappresentati in modo esagerato e questa rappresentazione non corrisponde certamente alla realtà di un adulto autistico. Nonostante questo, il modo schietto con cui vengono mostrati i comportamenti di Young-Woo, forse, permette di far comprendere, un pochino di più, il mondo visto da una prospettiva nuova.

Se non è realistico che una persona autistica conti fino a 3 prima di entrare in un ambiente però potrebbe essere realistico l’uso delle cuffie durante i tragitti in metropolitana o la selettività alimentare.

Proprio perchè l’autismo è uno spettro non possiamo generalizzare tutto ciò che vediamo nella serie ma possiamo provare a metterci nei panni degli altri.

La stessa protagonista ha affermato che, inizialmente, non voleva accettare la parte perché sentiva una grande responsabilità nell’interpretare il personaggio: il regista ha dovuto aspettare un anno prima di poter iniziare le riprese affinché l’attrice si convincesse. Park Eun-Bin ha studiato molto per interpretare la parte e sul set ha modificato il proprio modo di parlare e anche la propria postura per poter rendere alla perfezione l’avvocata Woo: potrebbe essere ancora più bello se un personaggio autistico venisse interpretato da un attore autistico!

Giudizio personale: ho trovato la serie molto bella, soprattutto dolce e sincera. A mio parere non si vuole bene all’avvocata Woo perchè è autistica ma perchè c’è una sottile dolcezza che fa da sfondo alla narrazione. Infine, la vicenda è molto meno scontata e banale di quello che sembra nelle prime puntate ma solo andando avanti si scoprono tanti piccoli pezzi che ricompongono la vicenda. Anche questa serie TV, come The Good Doctor, continuerò a seguirla.