Non posso raccontare di noi senza che mi venga in mente un palloncino che vola in cielo, lasciato andare da un bambino di 5 anni che ne guardava i colori senza realmente capire cosa stesse facendo e senza sapere che quel palloncino rosso sarebbe arrivato con la sua lettera nella casa di una famiglia che avrebbe cambiato il destino suo, e dei suoi fratelli neurodiversi.
Quando nei giorni seguenti si scoprì del ritrovamento di un palloncino di un bambino a Firenze l’entusiasmo fu immenso ma solo qualche giorno dopo Natale, la scuola materna, artefice del lancio di palloncini con delle lettere per Santa Lucia, ricevette un messaggio email che avrebbe cambiato il destino di tutti. Così, io, mamma di questi 3 bambini contattai chi da Frosinone aveva scritto l’email dicendo che pregava per i miei piccoli. Ed ecco che arrivò un articolo sul giornale del miracoloso ritrovamento e della storia di un bambino autistico e dei suoi fratellini autistici (gemelli di 2 anni più piccoli), che per Natale non chiedevano altro che di non soffrire più, di poter abbracciare chi amavano e poter comunicare tra loro, con mamma e papà e con i loro amici.
Una letterina scritta da me, interpretando i voleri dei miei bambini che da soli pochi mesi avevano avuto diagnosi ed intrapreso un percorso terapeutico serrato ma con benefici minimi. Ecco che quell’articolo ne chiamò altri e la nostra famiglia diventò un simbolo di resilienza. Ma non siamo eroi, siamo due genitori e tre bambini, che fin dalla loro nascita hanno dovuto imparare a lottare per sopravvivere in un mondo che un po’ tutti, spesso, facciamo fatica a comprendere e condividere, dove le parole e l’apparenza hanno spesso più importanza della comunicazione e della sostanza.
Così la nostra storia andò sui giornali insieme alle nostre preghiere ed ecco che la gente cominciò ad ascoltare e tentare di fare qualcosa e così due consiglieri comunali e poi tutti gli assessori e poi tutti i consiglieri e il sindaco decisero di Fare la Differenza e tentare un cambiamento radicale. Sensibilizzare l’intera comunità, aiutandola a comprendere senza giudicare, a osservare e non vedere e ad ascoltare e non sentire. L’idea di Villafranca città Blu era educare un’intero comune alla neurodiversità e alle sue mille sfaccettature come rappresentate nei tre fratellini, ma anche in noi genitori, ed in decine e centinaia di altri bambini e famiglie. Ebbene qualsiasi favola che si rispetti ha mille ostacoli da superare e per raccogliere fondi per il progetto abbiamo scritto e creato una favola pubblicata con l’aiuto di altre meravigliose persone perchè, di meraviglia in meraviglia la nostra famiglia ha innescato una reazione a catena per aiutare ed essere aiutata in mille modi diversi.
La favola del pozzo Arcobaleno (Link Amazon) ci ha permesso di finanziare il progetto del comune che permetteva di formare personale scolastico, sensibilizzare famiglie, portare la CAA nelle biblioteche, formare i commercianti etc… ecco che anche in questa speciale favola è arrivato un virus a distruggere la vita di molti e tra le sua macerie, ha strappato progetti di cambiamento ma anche la quotidianità inclusiva che con tanto lavoro era entrata a far parte nella vita dei miei figli. Ma noi la resilienza la conosciamo molto bene. Dalle ceneri come risorge la fenice risorgeremo noi, da capo una volta di più come sempre pronti alle vecchie e nuove sfide perchè il cambiamento per i bambini autistici può essere devastante.
Ma eccoli ripartire per nuove avventure con una mamma ed un papà più vecchi ma più preparati con nuovi personali demoni e nuove personali vittorie da affrontare nel lungo percorso che è il senso della loro vita. Qual è? Cambiare la visione di molti che la diagnosi sia una sentenza e non uno strumento per poter far migliorare i miei figli. E’ rispondere a quella mamma che mi ha chiesto “ma è vero, come dice mio marito, che i nostri figli possono solo aspirare ad un centro diurno?”, io risposi “non so cosa faranno i tuoi figli ma i miei andranno all’università, perchè io combatterò per questo, io combatterò per loro, perchè credo in loro e cambierò il mondo per loro”.
Per cambiare il mondo però ci vuole tempo, perseveranza, e tanta speranza e quella non la do io alle persone, ma proprio i miei tre bambini, Derek grado 3 non verbale, Liam grado 2/3 non verbale che è diventato verbale, e Colin grado 1/2 oppositivo provocatorio. Proprio loro con la loro disomogeneità di performance con la loro disarmante e innocente sincerità e determinazione, sono diventati, grazie ai social una fonte di speranza per tanti che nei loro insuccessi si trovano e nelle loro vittorie trovano il coraggio di non arrendersi.
Così mamma e papà si impegnano ogni giorno, insieme a tutta la squadra che abbiamo costruito tra terapisti, insegnanti, famiglia, amici, istruttori, Consiglieri, Assessori etc… ad insegnare ai tre piccoli principi dell’arcobaleno, cosa sia vivere in quel mondo tanto bramato ma tanto temuto, in modo da poter portare luce nel buio di molti.
Il nostro motto? COMBATTERE SEMPRE ARRENDERSI MAI!
I nostri canali social , da quello personale mio MONIA GABALDO FB, a IL MONDO DI DEREK THE BIG THREE FB-Telegram-Blog, ad AUTISMO AD ALTO FUNZIONAMENTO youtube, a MONIA GABALDO AUTISTIC FAMILY su instagram.
Monia Gabaldo è una dottoressa dell’ospedale Carlo Poma di Mantova e la mamma di Derek, Colin e Liam, tre bimbi autistici. Dal 2019 è una degli ideatori di “Villafranca città blu”, un progetto che vuole sensibilizzare sul tema dell’autismo e le mille sfaccettature e ogni giorno condivide con il mondo le sue battaglie, i suoi risultati e quelli dei suoi tre bambini.